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La Venere cammina ancora. Appunti dalla Wish Parade

Aggiornamento: 28 mag




Il 24 maggio 2025, sotto un sole ostinato e tra le ombre lunghe della città fossile, la Venere Biomeccanica ha ripreso a muoversi. Ventidue anni dopo la sua comparsa alle Cascine per la 72 ore di resistenza, la Venere è tornata a camminare tra le strade, accolta da un corteo rumoroso e collettivo: la Wish Parade.


Una parata di suoni, corpi, carri e desideri. Ma soprattutto un gesto politico potente. Non nostalgico, non celebrativo. Una restituzione viva di memoria urbana, che ha reso visibile una città che non si vede più: quella sommersa, fatta di autogestione, spazi liberati, desideri fuori mercato.




Un corpo collettivo tra le pieghe della città turistica


La Venere non è una statua. È un organismo mitico e meccanico nato da un’esperienza di autogestione nell’ex Meccanotessile, costruita da tante mani durante un’altra epoca di lotte. Allora era il 2003, e si gridava “Odissea per lo spazio - colpire al cuore la città vetrina”. Oggi si attraversano le stesse strade con una domanda nuova e antica: esiste ancora uno spazio per noi nella città gentrificata?


Nel suo lento incedere tra cemento e centri commerciali, la Venere biomeccanica interroga la trasformazione urbana come dispositivo di esclusione. Cammina tra i detriti della città-vetrina, portando con sé il peso e la leggerezza delle esperienze collettive.


Non è più un’opera lasciata nel vuoto urbano. È di nuovo una soglia. Una promessa. Una ferita che si riapre per guarire.



La città sommersa ha parlato


La Wish Parade, promossa dalla rete dei collettivi uniti e realtà artistiche di base, non è stato un evento, ma una situazione: un gesto situazionista, un’azione affettiva e radicale che ha attraversato la città con corpi, suoni, pratiche.


Un corteo di 15.000 persone è 18 carri che si è mosso come un fiume dentro una mappa invisibile: ha toccato spazi dimenticati, restituito attenzione ai margini, creato legami in tempo reale tra le storie personali e le ferite collettive del territorio.


Tutto è avvenuto all’insegna dello “spazio al desiderio”, un rovesciamento radicale della logica della città-vetrina. Il desiderio non più come merce, ma come forza trasformativa. Ogni passo, ogni suono, ogni bandiera non era solo espressione, ma restituzione di soggettività.



Una parata di desideri e rivendicazioni


La Wish Parade non è stata solo una festa, ma un corteo culturale e politico che ha attraversato Firenze con rivendicazioni chiare e condivise. Il manifesto pubblicato su La Città Invisibile (lo puoi leggere qui 👉 https://www.perunaltracitta.org/homepage/2025/05/10/la-rete-di-collettivi-uniti-wish-parade-annuncia-la-prossima-street-parade-a-firenze-il-24-maggio-2025/ ) ha delineato i punti centrali: antifascismo, antirazzismo, anticolonialismo e transfemminismo, insieme alla difesa dei beni comuni, alla lotta contro la turistificazione e alla necessità di spazi autogestiti e accessibili.


Tra i tanti volti e voci, il Collettivo di Fabbrica GKN ha portato la propria presenza e la propria forza, intrecciando la lotta per il lavoro con quella per la giustizia climatica e la solidarietà internazionale, come il sostegno espresso al popolo palestinese. La Venere portava una grande bandiera della Palestina.


Cartelli con la scritta “La sicurezza è un’altra storia” hanno tracciato una narrazione alternativa alle logiche securitarie dominanti: la sicurezza non si costruisce con decreti, telecamere e divieti, ma con cura, diritti, e spazi di libertà.


Tra i colori e i suoni della parade, sono apparsi anche i cartelli a sostegno della partecipazione ai referendum dell’8 e 9 giugno, a difesa del diritto costituzionale di esprimersi su temi cruciali come il lavoro, il diritto di cittadinanza, la sicurezza negli appalti. In un tempo in cui la partecipazione politica sembra svuotata, questa presenza ha ricordato che la democrazia vive solo se si esercita dal basso, con coraggio, presenza e desiderio di cambiamento.


Gli interventi durante il corteo  li puoi leggere qui 👉 https://venerala.org/interventi-wish-parade-2025/



Una processione laica, una festa del possibile


La Venere non è tornata per essere contemplata, ma per essere usata, attraversata, restituita a chi nella città si ostina a vivere nonostante tutto. Come un carro degli antichi culti, ma trasfigurato dalla modernità urbana, è stata il centro di una processione laica e dissacrante.


Le strade non erano un percorso, ma un mezzo. Lo spazio non era un contenitore, ma una materia viva da riconfigurare. La città è stata riscritta camminando, danzando, suonando, dicendo. La cultura è quella che si produce dal basso, con il corpo, l’immaginazione, la contraddizione, la convergenza e la fatica condivisa.



E adesso?


La Venere è stata restaurata, riattivata, riscritta. Non tornerà in un deposito. Sarà parte di altre azioni, altre processioni, altri conflitti. Non è un simbolo da custodire. È un attrezzo da usare.


La rete dei collettivi uniti, con la Wish Parade, non ha restituito solo un’opera, ma un metodo: quello di agire nello spazio urbano con creatività radicale, con memoria viva, con pratiche condivise. È un’altra idea di città, quella che non si piega alla vetrinizzazione, che resiste nei margini, che riemerge quando meno te l’aspetti.


Liberiamo i desideri contro i vostri divieti.

L’Odissea continua 👉 https://venerala.org



 
 

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