Il potere dimenticato del design tattile. Toccare per sentire davvero.
- silvina50100
- 8 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Entriamo in casa e accendiamo la luce. Sfioriamo il tavolo, apriamo un cassetto, ci avvolgiamo in una coperta, camminiamo scalzi.
Ogni gesto è fatto con le mani, ci connettiamo allo spazio con i piedi, ma raramente con consapevolezza.
Il tatto è il nostro primo senso, quello che ci mette in contatto con il mondo fin dalla nascita.
Si sviluppa già nell’utero, intorno alla 8ª settimana di gestazione. Entro l'11ª settimana il feto è in grado di compiere le prime esplorazioni sensoriali, toccando il proprio corpo e
interagendo con l'ambiente uterino attraverso piccoli movimenti spontanei.
Eppure, quando progettiamo uno spazio, ci concentriamo soprattutto su ciò che vediamo: i colori, le linee, la disposizione.
Ma com’è vivere in una casa che non si sente con le mani, con i piedi, con il corpo?
Una casa fredda, liscia, distante.
Una casa che non ci abbraccia, che non ci accoglie.
Il tatto resta fondamentale per tutta la vita: stimola il sistema nervoso, riduce cortisolo (ormone dello stress), attiva la produzione di ossitocina (l’ormone del legame e della
fiducia).
La materia ha un linguaggio tutto suo
Ogni materiale trasmette qualcosa: il legno è caldo, il metallo è distante, il lino respira, la ceramica racconta storie antiche.
Non è solo una questione estetica, ma di sensazioni corporee.
La pelle riconosce. Ricorda. Reagisce.
Quanti ricordi sono legati a un tessuto ruvido o a una superficie levigata?
Quante volte ci siamo sentiti bene in un luogo… senza sapere che era grazie a un pavimento poroso, a una coperta di lana, a una tazza ruvida tra le mani?
Il design tattile è una forma di cura
Quando accompagno una persona nel ripensare i propri spazi, uno degli aspetti più trascurati è la scelta dei materiali.
Non basta che siano funzionali.
Devono essere sentiti. Devono parlare a chi li vive.
E spesso basta poco:
– Sostituire un tessuto sintetico con uno naturale.
– Introdurre un materiale vivo, come il legno.
– Lasciare a vista la texture di un muro grezzo o inserire sei pattern in rilievo.
Il corpo risponde. Si calma, si radica.
Il tatto è un ponte tra dentro e fuori.
E tu, quanto tocchi davvero la tua casa?
Hai mai scelto un materiale solo per come ti faceva stare?
C’è qualcosa che tocchi ogni giorno, ma non senti più?
Forse è il momento di tornare ad abitare con tutti i sensi.
Ti va di esplorarlo insieme a me?
Il 16 aprile ci sarà l’ultimo Salotto di Ambient Therapy, tutto dedicato al potere del design tattile.
Io e Veronica Siragusano, psicologa, ti guideremo in un’esperienza che unisce corpo, emozioni e spazio abitato.
Un incontro per scoprire come i materiali influenzano il nostro benessere quotidiano e come scegliere ciò che ci fa stare davvero bene.
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