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Il potere dimenticato del design tattile. Toccare per sentire davvero.




Entriamo in casa e accendiamo la luce. Sfioriamo il tavolo, apriamo un cassetto, ci avvolgiamo in una coperta, camminiamo scalzi.

Ogni gesto è fatto con le mani, ci connettiamo allo spazio con i piedi, ma raramente con consapevolezza.


Il tatto è il nostro primo senso, quello che ci mette in contatto con il mondo fin dalla nascita.

Si sviluppa già nell’utero, intorno alla 8ª settimana di gestazione. Entro l'11ª settimana il feto è in grado di compiere le prime esplorazioni sensoriali, toccando il proprio corpo e

interagendo con l'ambiente uterino attraverso piccoli movimenti spontanei.

Eppure, quando progettiamo uno spazio, ci concentriamo soprattutto su ciò che vediamo: i colori, le linee, la disposizione.


Ma com’è vivere in una casa che non si sente con le mani, con i piedi, con il corpo?

Una casa fredda, liscia, distante.

Una casa che non ci abbraccia, che non ci accoglie.


Il tatto resta fondamentale per tutta la vita: stimola il sistema nervoso, riduce cortisolo (ormone dello stress), attiva la produzione di ossitocina (l’ormone del legame e della

fiducia).



La materia ha un linguaggio tutto suo


Ogni materiale trasmette qualcosa: il legno è caldo, il metallo è distante, il lino respira, la ceramica racconta storie antiche.

Non è solo una questione estetica, ma di sensazioni corporee.


La pelle riconosce. Ricorda. Reagisce.

Quanti ricordi sono legati a un tessuto ruvido o a una superficie levigata?

Quante volte ci siamo sentiti bene in un luogo… senza sapere che era grazie a un pavimento poroso, a una coperta di lana, a una tazza ruvida tra le mani?



Il design tattile è una forma di cura


Quando accompagno una persona nel ripensare i propri spazi, uno degli aspetti più trascurati è la scelta dei materiali.

Non basta che siano funzionali.

Devono essere sentiti. Devono parlare a chi li vive.


E spesso basta poco:

– Sostituire un tessuto sintetico con uno naturale.

– Introdurre un materiale vivo, come il legno.

– Lasciare a vista la texture di un muro grezzo o inserire sei pattern in rilievo.


Il corpo risponde. Si calma, si radica.

Il tatto è un ponte tra dentro e fuori.



E tu, quanto tocchi davvero la tua casa?


Hai mai scelto un materiale solo per come ti faceva stare?

C’è qualcosa che tocchi ogni giorno, ma non senti più?


Forse è il momento di tornare ad abitare con tutti i sensi.



Ti va di esplorarlo insieme a me?


Il 16 aprile ci sarà l’ultimo Salotto di Ambient Therapy, tutto dedicato al potere del design tattile.


Io e Veronica Siragusano, psicologa, ti guideremo in un’esperienza che unisce corpo, emozioni e spazio abitato.


Un incontro per scoprire come i materiali influenzano il nostro benessere quotidiano e come scegliere ciò che ci fa stare davvero bene.


📍 Solo in presenza – 👇




 
 

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Silvia Baracani Architettura dell'Empatia. Design del Benessere

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